Nonostante il core business dei social network non sia il commercio online, essi rappresentano un potenziale terreno fertile per la proliferazione di inserzioni veicolanti prodotti contraffatti; spesso infatti, attori malintenzionati sfruttano il potenziale di visibilità offerto da queste piattaforme per pubblicizzare la loro linea di prodotti violativi di uno o più aspetti di diritti di proprietà intellettuale regolarmente registrati, realizzando profitti illeciti e minando la brand reputation dei relativi proprietari.
Con rispettivamente circa 2,5 miliardi ed 1 miliardo di utenti attivi mensili, Facebook e Instagram rappresentano dei bersagli appetibili per l’attività di questi soggetti, i quali ricorrono ad un’ampia ed ingegnosa varietà di strategie per promuovere e vendere i propri prodotti, tentando al contempo di eludere le attività di monitoraggio ed enforcement; tramite una foto, un filmato, un post sponsorizzato o una “story”, il contraffattore ottiene visibilità per il suo prodotto, invitando l’utente a contattarlo privatamente o rimandando ad un’inserzione appositamente postata su una piattaforma e-commerce esterna. Di conseguenza, una sola immagine violativa può arrivare a convogliare un numero rilevante di transazioni illecite, provocando danni finanziari rilevanti al brand owner. Naturalmente, le sezioni marketplace dei social network non sono esenti da tale piaga, ed è relativamente semplice trovare inserzioni analoghe a quelle caratteristiche delle principali piattaforme di e-commerce, soprattutto effettuando ricerche tramite parole chiave alternative e/o generiche.
GLI STRUMENTI ANTICONTRAFFAZIONE DI FACEBOOK
Facebook è da tempo al corrente della problematica: inoltre, dal 2019 è parte di un Memorandum of Understanding per la lotta alla contraffazione promosso dalla Commissione europea, insieme a numerose piattaforme online, associazioni e brand owner [1]. Il Dipartimento IP della piattaforma effettua monitoraggio ed enforcement proattivo di contenuti violativi, attraverso analisi automatizzata di contenuto testuale e di immagini. Inoltre, il colosso di Menlo Park collabora con le aziende nella lotta alla contraffazione, mettendo a loro disposizione diversi strumenti per segnalare e richiedere la rimozione dei contenuti che violano i propri diritti di proprietà intellettuale.
FORM DI SEGNALAZIONE
In primo luogo, sia Facebook[2] che Instagram[3] presentano un pratico form di segnalazione di contenuti violativi. Per far sì che i complaint vengano accettati dalla piattaforma, è necessario rispettare alcuni requisiti:
- È obbligatorio innanzitutto qualificarsi come brand owner, o come agente da questo autorizzato ad agire in suo nome e per suo conto;
- In seguito, si procede ad indicare gli estremi del diritto di proprietà intellettuale di cui si contesta la violazione (tipologia del titolo, numero di registrazione, ufficio di registrazione, etc);
- Infine, si riportano i link dei contenuti che si ritengono violativi (e.g. singole foto/video/album/stories, post sponsorizzati, annunci della sezione marketplace, etc), insieme con una descrizione sintetica della violazione riscontrata. È possibile inoltre richiedere la rimozione in toto dell’account/pagina/gruppo responsabile della violazione, azione che Facebook può decidere di intraprendere, per esempio, in casi di recidiva o di particolare gravità.
Solitamente, il dipartimento IP delle piattaforme è molto celere nell’analisi delle segnalazioni e, in caso di accertamento delle violazioni contestate, procede alla rimozione dei contenuti violativi entro 24-48 ore.
COMMERCE & ADS IP TOOL
In secondo luogo, Facebook ha recentemente iniziato il rollout di un programma di partnership anticontraffazione con alcuni brand owner, il “Commerce & Ads IP Tool”[4], un sistema che consente ai soggetti affiliati di effettuare ricerche approfondite (per testo e per immagini) e personalizzabili tramite filtri appositi, oltre che di ricorrere ad una piattaforma di segnalazione e rimozione dedicata.
Il combinato disposto di questi strumenti permette una certa efficacia nelle attività di repressione della contraffazione; tuttavia, affinché essi costituiscano una soluzione duratura alla problematica, devono essere accompagnati ad un’attività di monitoraggio costante e delle analisi specializzate, finalizzate a contrastare le strategie dei contraffattori e individuare potenziali mosse e contromosse di un contesto in continua e rapida evoluzione.
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[1] “Industry-led initiative to fight counterfeiting gets new boost”, Commissione europea, https://ec.europa.eu/growth/content/industry-led-initiative-fight-counterfeiting-gets-new-boost_en, 01/03/2019, ultimo accesso 12/04/2020
[2] “Modulo di segnalazione delle contraffazioni”, https://www.facebook.com/help/contact/counterfeitform, ultimo accesso 12/04/2020
[3] “Modulo di segnalazione delle contraffazioni”, https://help.instagram.com/contact/751729384978711, ultimo accesso 12/04/2020
[4] “What tools does Facebook provide to help me enforce my intellectual property rights in advertisements and sale posts?” https://www.facebook.com/help/835772913244854, ultimo accesso 12/04/2020